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14/8/2006 Asunción: Plaza de la Independencia
Dalle balaustre baciate dal vento del rio Paraguay, l’odore di escrementi è quasi insopportabile. Pochi metri più in basso, una distesa di baracche di lamiera e legno, precarie, il tetto tenuto in posizione da travi di legno appena posate. Detriti, copertoni, auto, rifiuti ovunque. Donne scalze fanno la coda per rifornirsi d’acqua a una fonte improvvisata.
Intorno, nella grande piazza, i palazzi del potere e della cultura paraguaya: Congresso Nacional, Catedral de Nuestra Senora de la Asuncion, Palacio de Gobierno, Universidad Catolica, Comando de la policia nacional, Teatro municipal. Sulle vetrate lucide del Palacio legislativo, ipermoderno, si riflettono a specchio le storte baracche cadenti.
Sotto al monumento dell’eroe a cavallo con la spada sguainata, due cavalli bruni brucano l’erba. Un cane dorme placidamente all’ombra di un blindato mezzo arrugginito. Dentro un soldato, sopraffatto dalla calura, sta sdraiato con la porta aperta e invia messaggi col cellulare.Per inviare commenti (i commenti anonimi, senza mail o offensivi non saranno pubblicati)
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