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A cura di Dáuvanny Costa - Traduzione di Laura Bortoluzzi

 

Un'opinione di Dáuvanny Costa 29/5/2006
Sono indignata
 

Sono indignata. La via dove abito è bloccata. Gli attacchi alla polizia non si fermano. Sono indignata per la morte di 30 coraggiosi che sono caduti come martiri; perché sento il dolore delle loro famiglie, perché piango con loro, perché anch'io mi sento andare in pezzi.

La mia indignazione, comunque, non è legata al fatto odierno, bensì alla mancanza di moralità di uomini corrotti e impudenti che ogni giorno ci rubano le nostre speranze e le nostre certezze. Tutti i giorni un uomo coraggioso muore nell'adempimento del suo dovere - e questo, di per sé, dovrebbe già farci indignare e deprimere. Capisco e condivido l'indignazione che ha investito oggi la popolazione; ma questa indignazione dovrebbe esserci tutti i giorni, ad ogni perdita, ad ogni ingiustizia. Dovrebbe essere così, perché ogni piccolo dolore è la rappresentazione del dolore del mondo.

Non sono al sicuro se un mio simile non è al sicuro. Non sono felice se un mio simile è infelice. Non sono forte se un mio simile è debole. Non sono ricca se un mio simile è povero. Non vivo nella giustizia se esiste ancora ingiustizia. Non sono buona se c'è ancora malvagità. Per la stampa e il governo sono soltanto numeri. Ma non per noi. Non per chi sta "da questo lato della barricata"; per chi sente il dolore di ferite aperte, perché, di fatto, le lacrime non si cicatrizzano.

La mia indignazione è tristezza mascherata, è dolore e impotenza di fronte a situazioni tanto penose. La tristezza si è impossessata di me, la tristezza di tutti i pianti, di tutte le lacrime, di tutte le perdite. Tristezza perché domani si conteranno solo numeri e le famiglie non si rincontreranno mai più, non saranno mai più le stesse; e, d'ora in poi, taceranno molte volte solo per far scorrere le proprie lacrime. Tristezza perché faccio fatica a vedere la differenza fra i banditi che sparano e i banditi che creano leggi riparatorie.

Che il dolore di oggi perduri ogni volta che la vita di un cittadino per bene viene falciata (e questo succede ogni giorno). Che il dolore di oggi non finisca domani. Che possiamo ottenere soluzioni, dignità e rispetto.

Ora smetto perché anch'io sento il bisogno di far scorrere le lacrime. Di ieri. Di domani. Di sempre.

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