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Home Musica Leggendo fra le righe L'ubriaco e la equilibrista (página em português)
 

 

L'ubriaco (1) e la equilibrista (2)

di João Bosco e Aldir Blanc, 1979

 

Cadeva (a) a pomeriggio avanzato un viadotto (3)
E un ubriaco vestito (b) a lutto (4) mi ricordò Carlitos (c)
La luna (5) come la padrona del bordello (6)
Chiedeva a ogni fredda (7) stella un po' di luce in prestito (8)
E le nuvole (9) là nella carta assorbente (d) (10) del cielo (11)
Succhiavano macchie (12) torturate (13), che asfissiante (d) follìa
L'ubriaco con la bombetta faceva irriverenze a mille (14)
per (f) la notte del Brasile (15), mio Brasile
Che sogna il ritorno del fratello di Henfil (16)
Con tanta gente che partì (17) sulla coda di un razzo (g)
Piange la nostra patria madre gentile
Piangono Marìe e Clarisse (18) non solo del Brasile
Ma so che un dolor così pungente non deve esistere inutilmente
La speranza danza sulla corda allentata dell'ombrellino (h)
E a ogni passo di questa linea si può far male
E' sorte (i), la speranza equilibrista
Sa che lo show di ogni artista
Deve continuare

Commenti generali:

(a) Al calar della sera significa alla fine del pomeriggio, al tramonto. Si può anche dire al calar della notte, che è un po' più tardi, quando non c'è più alcun barlume di sole e la notte è ormai manifesta.
(b) Vestendo.
(c) E' il nomignolo con cui chiamiamo affettuosamente il vagabondo di Charles Chaplin.
(d) Oggetto da ufficio caduto in disuso assieme alle penne da calamaio.
(e) Asfissia [sufoco], in senso figurato, significa una situazione senza via d'uscita, disperata. Esiste il modo di dire: "Sto proprio asfissiando."
(f) Pra = para. Essendo un monosillabo, c'è la tendenza a porre l'accento, il che sarebbe un errore, dal momento che para non ha accento.
(g) Significa una situazione potenzialmente pericolosa, una "buca", una (doccia) "fredda". Altri modi di dire: "Son salito su una (canoa) bucata" o "Sono entrato in una (doccia) fredda" o "Sono passato dal tubo" o ancora "Ho preso la coda di un razzo."
(h) Esiste la sombrinha, che è un ombrellino piccolo, di solito colorato, che può essere usato tanto per proteggersi dal sole come dalla pioggia. Esclusivamente per le donne.
Esiste anche l'ombrello propriamente detto, più grande della sombrinha, di solito nero, e utilizzato da entrambi i sessi.
(i) E' un'espressione di disprezzo della sorte, di assenza di paura. Ricevendo una avvertenza su qualche pericolo che non prendiamo in considerazione, possiamo rispondere: "Sfiga!" [Azar], "Dannazione!" [Dana-se], "Non ci sono nemmeno!" [Não estou nem aí] o ancora "E allora?" [E daí?!]

Commenti politici:

(1) L'ubriaco rappresenta gli artisti, i poeti, i musicisti e i "matti" in generale, chee ubriacati di libertà osavano alzare la loro voce contro la dittatura.
(2) La equilibrista era la speranza di democrazia, un progetto di apertura politica graduale, che ad ogni "elezione", ad ogni evento che disturbava i militari (marce, etc), vedeva minacciata la sua esistenza.
(3) Città di Belo Horizonte, anni 70, viadotto della Gameleira: il viadotto, opera del governo, crollò abbattendosi su macchine e autobus pieni di gente, uccidendo molte persone. All'epoca non si permise la diffusione della notizia né le persone ricevettero alcun risarcimento o idennizzo.
(4) Riferimento ai militanti di sinistra che furono fatti "scomparire" o apertamente assassinati sotto tortura.
(5) La luna rappresenta i politici civili che si misero a disposizione del regime, con fini di lucro personale. Essi "credevano" tanto nella propaganda ufficiale che si diceva che, se un generale avesse dichiarato che la luna era nera, si sarebbero messi a difendere questa tesi come verità assoluta. In una certa epoca furono perfino chiamati "i luna nera".
(6) La Camera dei Deputati e il Senato furono a volte paragonati a bordelli a causa degli affari immorali che vi si concludevano. E' evidente che i cittadini indignati non potevano esprimere apertamente il loro pensiero, altrimenti sarebbero stati, al minimo, processati per calunnia, ingiurie, diffamazione, etc.
(7) Le stelle sono i generali, padroni del potere. Alcuni di questi non figurarono mai come governanti, preferendo intrallazzare fra le quinte. Si accontentavano di qualche privilegio astronomico e qualche inezia di incarichi di direzione in imprese statali o del potere di assumere poche decine di parenti e correligionari in pubblici impieghi.
(8) La luce in affitto erano, come già menzionato, i guadagni personali e perfino elettorali ottenuti dai civili che accettavano il ruolo di marionette. Alcuni di questi civili crebbero tanto che superarono in potere i loro stessi "creatori" in uniforme.
(9) I torturatori sono paragonati a nuvole, essendo intoccabili e irragiungibili.
(10) La carta assorbente era lo strumento usato per eliminare errori, macchie nello scritto. Il DOI-CODI, temibile polizia politica dell'epoca, era la carta assorbente del regime.
(11) Per il cittadino comune, le prigioni erano irraggiungibili, inaccessibili; per questo paragonate al cielo.
(12) I ribelli sono paragonati a macchie, errori nello scritto, disordine, indisciplina.
(13) Riferimento alla tortura applicata ai militanti di sinistra, che avveniva di nascosto.
Il regime non ammise mai di torturare persone, purtuttavia non ci furono mai punizioni per i casi di cui si venne a sapere, nonostante la censura alla stampa.
(14) Gli artisti non zittirono mai. Questa canzone, proprio essa è una delle irriverenze.
(15) Un tema ricorrente nelle canzoni dell'epoca. Il ritorno delle libertà politiche è paragonato al sorgere del giorno, così come la dittatura è paragonata alla notte.
(16) Henfil (Henrique Filho) era un pungentissimo vignettista politico molto controllato dal regime, così come suo fratello Betinho, che nel governo Fernando Henrique organizzò il programma di lotta alla fame. I due erano emofiliaci e morirono di Aids.
(17) Riferimento agli esiliati politici.
(18) Maria é la moglie dell'operaio Manuel Fiel Filho morto sotto tortura nelle prigioni del DOI-CODI (SP) nel gennaio1976 e Clarice é la moglie del giornalista Wladimir Herzog, egli pure morto sotto tortura, nel DOI-CODI (SP) nell'ottobre del 1975.

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